Il Progetto CCM


L'ASUR Marche, mediante il Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Fabriano, Area Vasta 2, è ideatrice e promotrice del progetto "Sorveglianza Zoonosi: Alleanza Prevenzione Ospedale e Territorio", approvato e finanziato dal CCM-Ministero della Salute nell'ambito del sostegno alle Regioni per l’implementazione del Piano nazionale della prevenzione e di “Guadagnare Salute”, in riferimento al programma di attività del CCM per l'anno 2010.


 Sorveglianza Zoonosi: Alleanza Prevenzione Ospedale e Territorio


ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO

Descrizione ed analisi del problema
Le zoonosi costituiscono un importante problema di Sanità Pubblica rappresentando il 75% delle malattie emergenti e riemergenti a livello mondiale (WHO, 2004). Durante gli ultimi decenni la principale causa di trasmissione di malattie umane, precedentemente sconosciute, è da attribuire a patogeni veicolati da animali o da prodotti di origine animale. Considerando l’ampia varietà di specie animali domestiche e selvatiche coinvolte come serbatoio nei complessi cicli biologici dei patogeni, efficaci azioni di sorveglianza, prevenzione e controllo delle zoonosi rappresentano una vera e propria sfida per la Sanità Pubblica. La risposta ad una simile sfida è resa sempre più urgente dai rapidi cambiamenti climatici di cui siamo testimoni, responsabili di scenari epidemiologici anomali e della conseguente diffusione di vettori che possono potenzialmente facilitare la diffusione delle zoonosi (Mc Michael, 2003; Semenza, 2009).
A fronte di tale complessa problematica, è evidente la necessità di attivare dei percorsi di collaborazione interdisciplinare. Si ritiene infatti che soltanto da percorsi integrati  tra il Dipartimento di Prevenzione, l’Ospedale e il Territorio, possano derivare tempestiva rilevazione dei potenziali rischi per la salute umana, limiti alla diffusione di tali patologie e strategie di prevenzione efficaci.
Nella Regione Marche le informazioni sulla diffusione delle zoonosi provengono dalle segnalazioni obbligatorie (DM 15 dicembre 1990) e dalle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO). Inoltre il Centro di Referenza Marchigiano degli enteropatogeni, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, aggiorna costantemente un database contenente i risultati delle tipizzazioni di tutti gli enteropatogeni isolati dall’uomo, dagli animali, dagli alimenti e dall’ambiente e rappresenta il centro di riferimento per la diagnostica delle zoonosi trasmesse da alimenti.
Dai dati a disposizione non è possibile conoscere il reale impatto delle zoonosi sul territorio regionale (incluse le malattie di origine alimentare) in quanto, con elevata probabilità, le segnalazioni nella nostra Regione sono affette dallo stesso problema di sottonotifica che caratterizza la sorveglianza nelle altre Regioni e negli altri Paesi (EFSA, 2008). Infine le indagini epidemiologiche portate avanti nei focolai di malattia di origine alimentare, in molti casi non sono adeguatamente approfondite e non seguono procedure che permettano di individuare o fare ipotesi sull’alimento incriminato.

Soluzioni proposte sulla base delle evidenze
Per la complessità di approccio della problematica oggetto di studio non sussistono raccomandazioni basate su solide evidenze scientifiche (Revisioni sistematiche, RCTs) mentre le più valide evidenze a disposizione riguardano opinioni di esperti come, ad esempio, le raccomandazioni derivanti dalla conferenza congiunta tra OMS, FAO e OIE (WHO/FAO/OIE, 2004). Secondo tali raccomandazioni tra le migliori modalità per la prevenzione e il contenimento delle zoonosi possono essere identificate le seguenti azioni:
-        coordinamento delle attività di sanità umana e veterinaria;
-        miglioramento delle capacità di indagine epidemiologica, tenendo in considerazione tutte le potenziali modalità di trasmissione;
-        miglioramento delle attività di sorveglianza integrata delle zoonosi tra i sistemi di sorveglianza epidemiologica umana e veterinaria;
-        utilizzo dei dati di sorveglianza epidemiologica in sistemi di allerta rapida;
-        attività di formazione rivolta a vari target (allevatori, veterinari, macellatori, clinici, operatori della prevenzione) finalizzata all’importanza di riportare eventi di importante potenziale epidemico;
-        attività di notifica delle sospette zoonosi secondo la normativa specifica;

Sulla base di queste evidenze il progetto propone le soluzioni di seguito identificate.
Elaborazione e diffusione di report periodici sull’andamento delle patologie animali e umane riscontrate nel territorio regionale per il miglioramento delle conoscenze degli operatori sanitari sull’impatto delle zoonosi e la contestuale importanza delle attività epidemiologiche connesse (notifica malattie infettive); elaborazione e diffusione di Protocolli Regionali sulle modalità di indagine epidemiologica in caso di emergenze infettive con particolare riguardo alle zoonosi per il miglioramento della appropriatezza d’intervento e delle capacità di risposta secondo le migliori evidenze scientifiche; creazione e diffusione di materiali utili alle attività diagnostiche cliniche e laboratoristiche per il miglioramento della qualità assistenziale; ampliamento capacità diagnostica dei laboratori analisi e protocollo condiviso con Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche per facilitare l'interfaccia con il territorio nell'effettuazione degli approfondimenti diagnostici; attività formative finalizzate alla promozione delle attività di notifica delle zoonosi e miglioramento della gestione diagnostica e clinica delle stesse.

Fattibilità /criticità delle soluzioni proposte
Il progetto dà continuità ad una progettualità già attiva dal 2009 e implementata nell’Area Vasta 2 (provincia di Ancona). Il presente progetto estende l’esperienza provinciale all’intero territorio regionale coerentemente alle strategie e alle linee  guida di intervento previste dall’ultimo Piano SanitarioRegionale (PSR 2007-2009).
Una delle maggiori criticità risiede nel coinvolgimento degli operatori sanitari per i quali si prevede un percorso finalizzato a modificare attitudini e comportamenti riguardanti le essenziali attività di sorveglianza e il necessario approccio multidisciplinare al problema. Altra rilevante criticità è la difficoltà ad ampliare la capacità diagnostica dei laboratori creando una rete interistituzionale.
Lo strumento per il superamento delle suddette criticità risiede nel più ampio livello possibile di coinvolgimento dei portatori di interesse identificati.

Bibliografia

- WHO, FAO, OIE. Report of the WHO/FAO/OIE joint consultation on emerging zoonotic diseases. Geneva, 2004.
- Semenza J, Menne B. Climate change and infectious diseases in Europe. The Lancet Infectious Diseases. 2009, Volume 9, Issue 6, Pages 365-375.
- Mc Michael et al. Climate change and human health. Risk and responses. WHO, 2003.
- EFSA. The Community Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and foodborne outbreaks in the European Union in 2008, The EFSA Journal (2010), 1496.
- Cutler SJ, Fooks R, Van der Poel WHM. Public Health Threat of New, Reemerging, and Neglected Zoonoses in the industrialized World. Emerging Infectious Diseases. Vol 16, No 1, Jenuary 2010.
- Lloyd-Smith JO, et al. Epidemic Dynamics at the Human-Animal Interface. Science 326, 1362 (2009);
- Regione Marche. Piano Sanitario Regionale 2007-2009.


OBIETTIVO GENERALE
Miglioramento nelle attività regionali di sorveglianza epidemiologica, diagnosi e gestione delle zoonosi attraverso il coinvolgimento degli Operatori Sanitari interessati (MMG, PLS, Medici Internisti, Operatori dei Dipartimenti di Prevenzione, Veterinari Libero Professionisti) e la collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche.


OBIETTIVO SPECIFICO 1
Diffondere la conoscenza su aspetti clinici, diagnostici ed epidemiologici delle zoonosi tra gli operatori sanitari deputati alla diagnosi delle zoonosi in ambito umano e veterinario;

OBIETTIVO SPECIFICO 2
Migliorare le attività di indagine epidemiologica, in seguito a notifica di zoonosi, per gli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione

OBIETTIVO SPECIFICO 3
Ampliare la capacità diagnostica attraverso la realizzazione di una “rete” laboratoristica interistituzionale (Servizio Sanitario Regionale e Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche ).


Il progetto in versione estesa.