27 marzo 2012

Progetto PROMISE dell'UE per i germi "importati"

Nel giugno del 2011, con l’epidemia di Escherichia coli (E. coli) in Germania, i pericoli del trasferimento di germi negli alimenti che causano malattie mortali tra un paese e l'altro sono arrivati ancora una volta alla ribalta dei media. Nonostante l'allarme però finora sono stati condotti solo pochi studi sui pericoli reali causati dai germi che entrano nell'UE insieme agli alimenti. A tal fine è stato finanziato dall’UE un progetto che si occuperà di agenti patogeni come l'E. coli. Il progetto, denominato PROMISE "Protection of consumers by microbial risk mitigation through segregation of expertise", ha ricevuto quasi 3 milioni di euro in finanziamenti dal tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, biotecnologia" del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE. Il progetto riunisce 20 partecipanti provenienti da Austria, Croazia, Germania, Grecia, Irlanda, Repubblica ceca, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia e Ungheria.
I ricercatori raccoglieranno campioni di cibo confiscati nei principali porti e aeroporti europei e in più piccoli attraversamenti di frontiera e li testeranno per scoprire la presenza di batteri.
Poiché gli standard d'igiene nella produzione alimentare in molti paesi tropicali e subtropicali non sono conformi a quelli applicati in Europa, l'importazione di alimenti in Europa dall'estero può avere serie implicazioni per la salute.
Gli obiettivi del progetto PROMISE sono: elaborare un database di agenti patogeni che vengono portati insieme al cibo da coloro che rientrano da viaggi tropicali e studiare il potenziale dei batteri di causare malattie.
I partner del progetto metteranno insieme anche dati provenienti da tutta Europa per permettere una valutazione precisa dei rischi rappresentati dai cibi
contaminati di origine animale e costruiranno un grande database di batteri isolati identificati nel corso del lavoro. PROMISE inoltre ha lo scopo di migliorare le comunicazioni tra le autorità responsabili della gestione del rischio negli attuali Stati Membri dell'UE e nei paesi candidati.

22 marzo 2012

Relazione congiunta EFSA-ECDC sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici che interessano esseri umani, animali e alimenti

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) hanno pubblicato la seconda relazione congiunta dell’Unione europea (UE) sulla resistenza agli antimicrobici in batteri zoonotici che interessano esseri umani, animali e alimenti. La relazione, basata su dati del 2010 provenienti dagli Stati membri dell’UE, segnala una resistenza a diversi antimicrobici rilevata comunemente in batteri zoonotici quali Salmonella e Campylobacter, ossia le principali cause di infezioni alimentari nell’UE; tuttavia l’incidenza del fenomeno è rimasta inalterata negli animali e negli alimenti rispetto all’anno precedente. La resistenza dei batteri zoonotici agli antimicrobici utilizzati per trattare queste malattie preoccupa in modo crescente, a livello tanto europeo quanto globale. La relazione sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici mostra che un’elevata percentuale di Campylobacter negli esseri umani è resistente alla ciprofloxacina, un antibiotico di importanza fondamentale. Per contro si è registrato un basso livello di resistenza rispetto a un altro antimicrobico di importanza cruciale: l’eritromicina. Per gli antimicrobici usati comunemente, come l’ampicillina e le tetracicline, si registra un elevato grado di resistenza. Negli animali e negli alimenti una percentuale molto alta di Campylobacter ha mostrato di essere resistente alla ciprofloxacina, segnatamente nei polli ma anche nei suini e nei bovini. Negli esseri umani un’alta percentuale di Salmonella, responsabile di circa 100 000 casi di salmonellosi negli esseri umani riportati nel 2010, risulta resistente ai comuni antimicrobici, benché il grado di resistenza ai principali antimicrobici sia relativamente basso. Per contro negli animali e negli alimenti sono stati riscontrati alti livelli di resistenza ad antimicrobici di uso comune per Salmonella e nei polli alla ciprofloxacina.
La relazione contiene anche informazioni sulla presenza di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Meticillin-resistant Staphylococcus aureus ovvero MRSA) in animali e alimenti provenienti da undici Stati membri dell’UE e da un Paese membro dell’EFTA. La presenza di MRSA è stata rilevata varie specie animali diverse tra loro tra cui suini, polli, bovini, cani e cavalli nonché in alcuni alimenti di origine animale.

19 marzo 2012

Anche la Spagna notifica un caso di Schmallenberg virus

Il 13 marzo la Spagna ha notificato all'OIE un caso di Virus "Schmallenberg" identificato in un allevamento ovino in Andalucia. Il Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, affronterà stamattina un dibattito sulla situazione epidemiologica in Europa. I deputati hanno presentato tre interrogazioni parlamentari per chiedere alla Commissione come sta affrontando l'epidemia e quali misure interda adottare per proteggere la salute umana e
degli animali.

Aggiornamenti Schmallenberg virus

Le autorità sanitarie della Ue continuano a discutere sui rischi che possono derivare dallo Schmallenberg virus, che ha fatto la sua comparsa nelle settimane scorse anche in Italia, in un piccolo allevamento di ovini. Dalla riunione del Comitato permanente per la catena alimentare e il benessere animale che si è svolta a Bruxelles l'8 e il 9 marzo, è emerso che la presenza del virus è stata confermata in sette Stati membri, per un totale di 1842 casi. A guidare la classifica dei paesi più colpiti è la Germania con 879 casi, seguita dalla Francia con 205. L'evoluzione della malattia segue le previsioni espresse da Efsa, l'autorità europea per la sicurezza
alimentare alla quale è affidato il compito di monitorare la situazione, e ora il maggior numero di nuovi casi riguarda i bovini, mentre vanno riducendosi i casi segnalati negli ovini. La malattia preoccupa soprattutto per la sua teratogenicità, che determina malformazioni importanti nei
nuovi nati. Al momento, si è sostenuto nelle discussioni in seno al Comitato, non si ravvisa la necessità di imporre vincoli ai commerci nei paesi colpiti e nemmeno pretendere ulteriori certificazioni sanitarie per la movimentazione degli animali.

14 marzo 2012

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 13/03/2012 è stata pubblicata la Decisione di Esecuzione della Commissione del 9 marzo 2012. Tale Decisione approva alcuni programmi modificati di eradicazione e sorveglianza delle malattie degli animali e delle zoonosi per il 2012.

Fonte: Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 13/03/2012

Schmallenberg virus: una notifica di un caso confermato dall’Italia

Nella provincia di Treviso (Veneto) il 6 febbraio 2012 si segnala un caso sospetto di Schmallenberg virus in una capra venuta a morte in seguito ad un parto distocico di un feto
di piccola taglia malformato. I campioni prelevati sono stati analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo che il 16 febbraio ha confermato la presenza di Schmallenberg virus. Non è nota l’origine dell’infezione.
Fonte: Promed-mail del 20/02/2012

9 marzo 2012

Report EFSA/ECDC sulle zoonosi anno 2010

L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie(ECDC) hanno pubblicato il report annuale sulle zoonosi e le malattie trasmesse nell'Unione Europea per il 2010. Il report mostra che i casi di Salmonella nell'uomo scendono di quasi il 9% nel 2010, decremento registrato per il sesto anno consecutivo. Anche la prevalenza di Salmonella negli avicoli sta diminuendo a livello Europeo. La Campilobatteriosi rimane l'infezione zoonosica più riportata nell'uomo dal 2005 e il numero dei casi sta aumentando negli ultimi cinque anni.

5 marzo 2012

OMS e CDC pubblicano le nuove Linee Guida per la preparazione e la risposta all'introduzione di Chikungunya

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), insieme ai Centers for Disease
Control and Prevention (CDC) americani, ha pubblicato le nuove linee guida sulla Chikungunya, malattia veicolata da zanzare infette appartenenti alle specie Aedes aegypti e Aedes albopictus, che, oltre a Chikungunya possono trasmettere anche Dengue e Febbre Gialla.
Le linee guida per la preparazione e la risposta all'introduzione del virus della Chikungunya, che causa forte febbre e dolori articolari, vogliono aiutare i Paesi americani a migliorare la loro capacità di rilevazione del virus e di monitoraggio, prevenzione e controllo della malattia. Centinaia di persone che hanno viaggiato dalle Americhe all'Asia e Africa negli ultimi 5 anni sono stati infettati dal virus. Nonostante il virus non si sia ancora diffuso localmente nell'emisfero occidentale, secondo gli esperti c'é il rischio dell'introduzione del virus nella popolazione delle zanzare locali. Cosa che potrebbe accadere, ad esempio, se le zanzare degli Usa o altri Stati americani fossero infettate dal virus e iniziassero a diffonderlo nella gente di quell'area. Tra il 2006 e 2010, sono stati 106 i casi confermati della malattia, trovata nei viaggiatori di ritorno negli Usa. Tra il 1995 e il 2005 erano stati solo 3. Dal 2004, la Chikungunya
ha causato forti epidemie in Asia e Africa, infettando oltre 2 milioni di persone, con tassi di attacco superiori al 68% in alcune aree. Con i viaggi, il virus ha fatto la sua comparsa anche in aree nuove, come l'Italia (dal 2007) e la Francia meridionale.

2 marzo 2012

Epidemia da E.coli O104:H4: le riflessioni della comunità scientifica e delle istituzioni in un workshop internazionale a Berlino

La vasta epidemia di infezione da E.coli O104:H4, verificatasi in Europa nel corso del 2011 legata
al consumo di germogli vegetali prodotti da semi di fieno greco contaminato, ha riportato alla ribalta dei media e all’attenzione dell’opinione pubblica l’attualità delle malattie trasmesse da alimenti e le problematiche connesse alla gestione di questi eventi da parte delle istituzioni pubbliche, autorità sanitarie e organismi tecnico-scientifici. Il focolaio epidemico, centrato
sull’area settentrionale della Germania ha visto coinvolte, a partire dal mese di maggio, oltre 3900 persone con 46 decessi, in 13 Paesi.
Alcune peculiarità legate non solo alle specificità del ceppo epidemico ma anche alle modalità di produzione e consumo dei germogli vegetali, veicolo dell’infezione, hanno contribuito a rendere difficoltose le attività di indagine del focolaio, sia sul piano epidemiologico che microbiologico, ritardando la possibilità di adottare in fase precoce le opportune misure per contenere l’epidemia.
Per discutere di queste problematiche il 28 e il 29 novembre 2011 si è svolto a Berlino un workshop scientifico internazionale organizzato dal Robert Koch-Institute, dal Ministero della Salute tedesco e con il supporto dell’Ecdc, dal titolo “Experiences of the STEC O104:H4 Outbreak in Germany, and Research needs for STEC. Nel corso del workshop, di cui un articolo pubblicato a febbraio 2012 su Eurosurveillance dà ampio resoconto, sono state affrontate e condivise in maniera trasversale le più importanti problematiche poste dalle infezioni da VTEC nei diversi ambiti di studio al fine di individuare i cosiddetti gaps in knowledge, cui le attività di ricerca dovrebbero rispondere.

Fonte:
EpiCentro – ISS

1 marzo 2012

Influenza: dopo aviaria e suina, arriva quella dei pipistrelli

Per la prima volta, gli scienziati hanno trovato tracce di virus influenzale anche nei pipistrelli, anche se il rischio di contagio del virus per l'uomo non e' ancora molto chiaro. La sorprendente scoperta di frammenti genetici di un virus influenzale presente anche nei pipistrelli e' stata fatta
da Ruben Donis, direttore della Molecular Virology and Vaccines Branch del Center for Disease Control and Prevention statunitense. Virus dell'influenza comuni agli esseri umani sono stati finora individuati negli uccelli e nei maiali e sono anche stati osservati in cani, cavalli, foche e balene. Circa cinque anni fa, alcuni virologi russi hanno provato a individuarne anche nei pipistrelli, senza tuttavia trovarne traccia. Il team del CDC ha un avamposto internazionale in Guatemala, ed e' li' che ricercatori hanno raccolto il campione di pipistrelli nei quali e' stato intercettato il nuovo virus.

Fonte: Agenzia Giornalistica Italia 28 febbraio 2012