22 settembre 2014

Epatite A: situazione epidemiologica in Italia e in Europa

Le segnalazioni nell’Unione europea di casi di Epatite A sono diminuite costantemente negli ultimi 15 anni, dai 14 casi per 100.000 abitanti del 1997 ai 2,5 del 2011.
Anche in Italia la malattia ha seguito la stessa tendenza. Viceversa, le notifiche del 2013 hanno subito un incremento, raggiungendo rispettivamente il doppio, il triplo e il quadruplo dei casi registrati nel 2010, 2011 e 2012.
Complessivamente dal gennaio 2013 in Europa sono stati segnalati più di 1.440 casi di epatite da 12 Stati membri, di cui 331 casi confermati correlati all’attuale epidemia. Ad oggi non sono stati registrati decessi.
In Italia, in totale dal 1 gennaio 2013 al 31 maggio 2014 sono stati notificati 1.300 casi di Epatite A
I dati al 31 maggio 2014, confermano la riduzione del numero dei casi già evidenziata a partire da novembre 2013, con il picco epidemico collocato tra aprile e maggio 2013.

In Italia è stato possibile sequenziare 346 casi:
   - 228 (pari al 66%) presentano la “sequenza outbreak”, ovvero appartengono all’epidemia
     in oggetto
   - 118 (pari al 34%) presentano una “sequenza non outbreak”, ascrivibile ai genotipi IA
    (25.8%), IB (7.3%) ed 1 solo caso di genotipo III A. Questi casi non sono correlati     
    all’epidemia.

Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1721

Frutti di bosco - Epidemia di Epatite A aggiornamento del Ministero della Salute e dossier dell'EFSA

L' EFSA ha pubblicato la relazione relativa alla tracciabilità sui frutti di bosco e prodotti derivati coinvolti nell’epidemia multistato di Epatite A. Il Ministero della salute ha partecipato come Task force nazionale per l’epatite A.
 
Le conclusioni
Il virus dell’epatite A (HAV) è stato riscontrato analiticamente in 14 lotti di frutti di bosco misti surgelati e in 2 lotti di prodotti di pasticceria contenenti frutti di bosco misti in Italia, Francia e Norvegia.
Le indagini epidemiologiche supportano ulteriormente il ruolo di questi prodotti come causa dell’epidemia.
Ad oggi non è stato individuato un unico punto di contaminazione che colleghi tutti i casi e tutti i lotti contaminati. Tuttavia, i risultati delle indagini condotte limitano le ipotesi a due sole possibili fonti, con un livello simile di evidenza:
- ribes rossi prodotti in determinate regioni e annate in Polonia
- more prodotte in Bulgaria (anno e zone di produzione sconosciute).
Dal gennaio 2013 sono stati riferiti più di 1440 casi di Epatite A in 12 Paesi europei; di questi, 331 sono stati confermati dalla genotipizzazione.

Come prevenire l'infezione
È possibile che altri prodotti potenzialmente contaminati, collegati all’epidemia, siano tuttora in commercio e per questo motivo si ribadisce che la modalità più sicura per consumare frutti di bosco surgelati è quella di farli bollire per almeno 2 minuti. Il virus dell’epatite A può essere trasmesso da acque o alimenti contaminati da persone che possono anche non presentare i sintomi, ma che eliminano il virus attraverso le feci. Pertanto, l’adozione di buone prassi agricole, buone prassi di produzione e buone prassi igieniche gioca un ruolo chiave per l’ottenimento di prodotti sicuri.

Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1721; http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/140908.htm


 
 
 

9 settembre 2014

Oms, diffusione esponenziale in Liberia, migliaia nuovi casi

L'epidemia di Ebola si sta diffondendo in maniera esponenziale in Liberia, con migliaia di nuovi casi attesi nelle prossime tre settimane. E' l'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), che ha esortato le agenzie umanitarie a prepararsi ad aumentare gli sforzi di tre o quattro volte nel Paese africano e altrove. Gli interventi convenzionali di controllo messi in campo finora "non stanno avendo un impatto adeguato", ha sottolineato l'Oms, indicando nelle moto-taxi e nei taxi tradizionali "una fonte di potenziale trasmissione del virus". In Liberia, il virus ha gia' ucciso 1.089 persone su 1.871 casi.


 


4 settembre 2014

Linee guida sulla corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico

La preparazione domestica delle conserve è una tradizione affermata in tutte le regioni italiane. Purtroppo alcune procedure di conservazione adottate non forniscono sufficiente garanzia di sterilità o di stabilità per la conserva, che rischia di alterarsi o diventare pericolosa per la salute umana. Non sempre i nostri organi di senso possono guidarci nell'accertamento dell'idoneità al consumo di una conserva casalinga, che può risultare tossica, pur essendo apparentemente perfetta.
Per questo motivo il Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo dell'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, la facoltà di Bioscienze e Tecnologia Agro-alimentari e Ambientali dell'Università degli Studi di Teramo e il Centro Antiveleni di Pavia, hanno realizzato le Linee guida sulla corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico, un utile vademecum per chiunque voglia essere informato sulla materia. La guida vuole essere uno stimolo, per chi si accinge per la prima volta e per chi è già esperto nella preparazione di conserve fatte in casa, nella scelta di quelle ricette che meglio garantiscono la sicurezza microbiologica, senza però trascurare gli aspetti organolettici e nutrizionali.

Fonte: www.salute.gov.it

Nuovo portale di allerta alimentare per i consumatori

La Commissione europea, nell’ambito del monitoraggio sulla sicurezza alimentare ed eventuale ritiro dei prodotti “a rischio”, come previsto dal Rapid Alert System on Food and Feed (RASFF), ha rinnovato completamente il portale dedicato rendendolo più facilmente utilizzabile dai consumatori e favorendo così una maggiore fiducia nelle filiere alimentari.
Con una analisi puntuale e facile per ogni Stato membro, i cittadini europei che, ad esempio, sono in viaggio in altri Stati, possono controllare preventivamente le allerte ed eventualmente di ritorno, qualora abbiano sintomi di tossinfezione, potranno verificare la presenza o meno di focolai.
Il RASFF, nato 35 anni fa, è stato aggiornato in seguito all’entrata in vigore del regolamento CE
178/2002 e vede la compartecipazione di 29 Paesi (oltre a quelli che fanno parte dell’Europa politica, anche Norvegia, Lichtenstein, Islanda e almeno in parte, la Svizzera). L’Italia è il paese al top delle notifiche, con 534 segnalazioni, seguito dalla Cina (433), India (257), Turchia (226), Brasile e Spagna (187) e Portogallo (163).

Link del portale: https://webgate.ec.europa.eu/rasff-window/portal/?event=SearchForm&cleanSearch=1

Virus Ebola: il punto della situazione

La malattia da virus Ebola (EVD), precedentemente nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalità fino al 90 %. La malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé). L’Ebola si trasmette nella popolazione umana attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di animali infetti. In Africa, l'infezione è avvenuta attraverso la manipolazione degli scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi di foresta e istrici infetti trovati malati o morti o catturati nella foresta pluviale.
Una volta che una persona sia entrata in contatto con un animale infetto da virus Ebola e abbia contratto l’infezione, questa può diffondersi all'interno della comunità da persona a persona per contatto diretto (attraverso ferite della pelle o mucose) con il sangue o altri fluidi corporei o secrezioni (feci, urine, saliva, sperma) di persone infette. L'infezione può verificarsi anche in caso di ferite della pelle o delle mucose di una persona sana che entra in contatto con oggetti contaminati da fluidi infetti di un paziente con Ebola, quali vestiti e biancheria da letto sporchi dei fluidi infetti o aghi usati.
Possono svolgere un ruolo nella trasmissione di Ebola anche le cerimonie funebri in cui le persone hanno contatti diretti con il corpo del defunto.
L'8 agosto 2014, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulla base del parere del suo Comitato di Emergenza, ha dichiarato che la malattia virus Ebola, attualmente diffusa in forma epidemica in Stati dell’Africa Occidentale, costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale ed in conformità al Regolamento Sanitario Internazionale ha emanato raccomandazioni temporanee per la gestione dell’evento.
Attualmente gli Stati africani colpiti dall'epidemia sono: Guinea (Conakry), Liberia, Sierra Leone, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo.

Alcuni dati: i primi casi di Ebola sono comparsi a dicembre 2013 in Guinea, per poi propagarsi in Liberia e Sierra Leone con un primo picco a metà marzo 2014 (quando il virus è stato isolato), seguito da un secondo picco più grave a maggio, per poi impennarsi costantemente fino ai nostri giorni, più del 40% dei nuovi casi è concentrato negli ultimi 21 giorni. Al 28 agosto 2014 i dati cumulativi ufficiali indicano 3069 tra casi sospetti e confermati, 1552 casi di morte sospetta, 1752 casi confermati al laboratorio. Dopo le molte riserve espresse sulla affidabilità del sistema reportistico l’OMS ammette apertamente che “il numero reale dei casi potrebbe essere da 2 a 4 volte maggiore e che 20.000 sarebbero i casi attesi alla fine dell’epidemia”.
 
Per rimanere costantemente aggiornati:



9 luglio 2014

Report 2013 Enternet - Isolamento Enteropatogeni nella regione Marche

Il Centro di Riferimento della Regione Marche per la sorveglianza delle infezioni da batteri enteropatogeni - Laboratorio di Macerata, ha pubblicato i dati relativi agli isolamenti di batteri enteropatogeni effettuati da casi clinici umani, da animali, da alimenti e da ambiente nell'anno 2013 nella Regione Marche. Il report è consultabile all'indirizzo: www.spvet.it/corrente/webzine/592.html

28 maggio 2014

Epatite A: EFSA ed ECDC forniscono un aggiornamento della propria valutazione rapida del focolaio infettivo

Da Gennaio 2013 ad oggi, sono stati segnalati oltre 1 300 casi di Epatite A in undici Stati Membri con 240 casi confermati collegati al focolaio in atto.
Inizialmente il focolaio è stato associato con persone che avevano effettuato un viaggio in Italia. Tuttavia sette Stati membri, cioè Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito hanno riferito casi di infezioni in persone che non si erano recate in Italia.
Indagini preliminari avevano individuato nei frutti di bosco surgelati la fonte più probabile dell’infezione. Vengono ora prese in considerazione altre ipotesi come la contaminazione crociata avvenuta nell'ambiente di produzione degli alimenti o il fatto che il ceppo responsabile dell’infezione, benché già diffuso, non fosse stato rilevato.
L'EFSA coordinerà le indagini sulla tracciabilità a monte delle materie prime, coadiuvata dagli Stati membri interessati, dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), dalla Commissione europea e dall'Istituto federale per la valutazione dei rischi (BfR ).
 

Echinococcosi negli ovini, un vaccino per combatterla

Dai dati del Cenre (Centro Nazionale di Referenza per l’Echinococcosi), dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, l’Echinococcosi nell’isola colpisce l'uomo quasi sette volte più che nella penisola. L'analisi dei dati relativi ai ricoveri ospedalieri degli ultimi dieci anni ha evidenziato che ogni anno in Sardegna si verificano 7,6 casi ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 1,7 casi per 100.000.
La Sardegna, con circa 11.000 allevamenti ovini, rappresenta un serbatoio importante per il mantenimento del ciclo del parassita. In un recente studio epidemiologico condotto dal Centro di referenza dell'Istituto zooprofilattico, infatti, è emerso che il 95% degli allevamenti sono risultati positivi per l'echinococcosi con il 49% dei capi infestati.
Contro l'echinococcosi cistica in campo un piano di intervento che preveda l'uso di un vaccino per gli ovini che rappresentano gli ospiti intermedi e che viene già ampiamente utilizzato in Australia, Nuova Zelanda, Cina e Sud America. Si tratta di una profilassi di nuova generazione che, sicuramente, rappresenta un innovativo strumento efficace di lotta contro questa zoonosi e rafforzerebbe le strategie attualmente a disposizione

Fonte: http://www.izs-sardegna.it/

USA: gli otto cibi che consumati crudi sono ritenuti più a rischio

Negli Stati Uniti, la diffusione della tendenza a consumare cibo crudo, perché ritenuto più sano e nutriente, sta sollevando preoccupazioni da parte del mondo sanitario. Questi alimenti possono contenere agenti patogeni, che vengono distrutti solo dal calore della cottura. Utilizzando la banca dati online dei Centers for Disease Control (CDC), il Washington Post ha pubblicato una tabella con gli otto alimenti a maggior rischio, se consumati crudi o poco cotti. 
La tabella si riferisce al periodo 1998-2011 e riporta, per ogni alimento, gli agenti patogeni riscontrati, i focolai d’intossicazione alimentare registrati, il numero delle persone che si sono ammalate, di quelle ricoverate in ospedale e di quelle decedute. Per ogni cibo viene anche suggerita una soluzione per prevenire o evitare il problema.
1)   Latte crudo: E. coli O157:H7, Campylobacter, Salmonella e Listeria; 102 focolai d’intossicazione alimentare; 1606 persone ammalate con 92 ricoveri. (Suggerimento: pastorizzazione);
2)   Formaggi freschi a base di latte crudo: Listeria; 15 focolai d’intossicazione alimentare; 191 ammalati, 48 ricoverati e 2 morti. (Suggerimento: consumare solo quelli prodotti con latte pastorizzato);
3)   Uova crude o poco cotte: Salmonella; 110 focolai d’intossicazione alimentare; 4.246 ammalati, 190 ricoveri e 1 decesso. (Suggerimento: utilizzare uova pastorizzate negli alimenti che non verranno cotti);
4)   Carne macinata cruda o poco cotta: E. coli O157:H7 e Salmonella; 320 focolai d’intossicazione alimentare; almeno 3.585 malati, 457 ricoveri e 8 morti. (Suggerimento: cuocere fino a quando la temperatura interna raggiunge i 71° C);
5)   Ostriche: Vibrio vulnificus e Vibrio parahamolyticus; 124 focolai d’intossicazione alimentare; 1401 persone malate con 40 ricoveri. (Suggerimento: la pastorizzazione ad alta pressione mantiene le ostriche vivo ma uccide i batteri. Cuocere fino a che si aprono i gusci e scartare le ostriche che rimangono chiuse);
6)   Frutta con guscio: Salmonella, E. coli O157:H7; 14 focolai d’intossicazione alimentare; 1.700 malati, 314 ricoveri e 10 decessi. (Suggerimento: pastorizzazione, la tostare, scottare o bollire);
7)   Spinaci:  E. coli O157:H7; 5 focolai d’intossicazione alimentare; 302 malati, 113 ricoveri e 6 decessi. (Suggerimento: acquistare spinaci non tagliati. Lavare accuratamente prima di tagliare perché E. coli, se presente, può essere intrappolato all’interno delle foglie al momento del taglio. Cuocere prima di mangiare);
8)   Semi germogliati: E. coli O157:H7; 43 focolai d’intossicazione alimentare; 1.384 malati, 135 ricoveri e 1 decesso. (Suggerimento: irradiare con raggi gamma i semi prima che germoglino. Cuocere i germogli

Fonte: http://www.alimenti-salute.it/notizie.php?idnotizia=908

27 maggio 2014

OMS - Piano strategico per la sicurezza alimentare 2013-2022

L’Oms ha pubblicato il piano strategico per la sicurezza alimentare per gli anni 2013-2022. Il documento fornisce i presupposti  per intervenire sui temi prioritari della sicurezza alimentare e delle zoonosi di origine alimentare e prende in esame la sicurezza alimentare in tutti i suoi aspetti, a partire dall’approccio “dal campo alla tavola”.L’OMS individua 3 direzioni strategiche, connesse le une alle altre ed articolate in obiettivi e attività dettagliate, per realizzare la missione generale di ridurre l’incidenza delle malattie di origine alimentare, per rafforzare la sicurezza sanitaria e per garantire lo sviluppo sostenibile dei Paesi Membri:
1) fornire le basi scientifiche per le misure da prendere lungo tutta la catena alimentare al fine di ridurre i rischi sanitari di origine alimentare;
2) migliorare la collaborazione multisettoriale e multidisciplinare a livello nazionale ed internazionale
3) fornire assistenza per favorire lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi nazionali per la sicurezza alimentare basati sull’analisi del rischio.
Il piano decennale sarà sottoposto a revisione nel 2018-2019.

Fonte: www.who.int

Ritiri e rischi alimentari in Europa: il bilancio del primo trimestre 2014. L’Italia è il paese che fa più segnalazioni e l’ottavo per le irregolarità

La Relazione sul sistema di allerta alimentare europeo (Rapid Alert System for food and feed, RASFF) relativa al primo trimestre 2014, con le sue 787 notifiche, evidenzia un buon livello del sistema di controllo comunitario che ha consentito di individuare e togliere tempestivamente dal mercato prodotti non idonei al consumo e mangimi destinati agli animali.
Negli ultimi 15 anni c’è stato un progressivo potenziamento del RASFF che ha portato ad un incremento delle segnalazioni fino al 2011 (474 nel 2000, 2.625 nel 2004 e 3.721 nel 2011). Dal 2012, invece, il numero delle segnalazioni è in diminuzione  (3.436 nel 2012 , 3.136 nel 2013, 787 nel primo trimestre del 2014).
Da sempre l’Italia si conferma al primo posto fra i paesi che segnalano le irregolarità (135 nel primo trimestre del 2014, 97 Germania e 84 Regno Unito) mentre si è collocata all’ottavo posto fra i paesi che vengono segnalati perché esportano prodotti irregolari segnalati al Rasff.
I principali problemi sono stati riscontrati nei prodotti della pesca (136 notifiche) seguiti dalle partite di frutta e vegetali (110 notifiche) e da problematiche microbiologiche (191 non conformità), prevalentemente dovute a Salmonella, Norovirus, E. Coli e Listeria monocytogenes. Tra i contaminanti chimici le maggiori irregolarità riguardano le micotossine e i residui di pesticidi. Rispetto al primo trimestre 2013 sono in aumento le irregolarità per i mangimi destinati agli allevamenti e i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti.

22 febbraio 2014

EFSA ed ECDC pubblicano il report 2012 sulle zoonosi ed i focolai di malattia a trasmissione alimentare in Europa

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) in collaborazione con il Centro Europeo per il Controllo Malattie (ECDC) ha pubblicato il Report annuale 2012 sulle zoonosi e i focolai di malattia a trasmissione alimentare in Europa. Il report, relativo ai dati trasmessi dai Paesi Membri dell'Unione Europea e da 3 Paesi non-membri (Islanda, Norvegia e Svizzera), fornisce informazioni relative al riscontro di agenti patogeni negli alimenti, negli animali e nell'uomo.
Nel report sono considerati: Campylobacter, SalmonellaListeria, tubercolosi causata da Micobacterium bovisEscherichia coli verocitotossici, Brucella, Trichinella, Toxoplasma, Rabbia, Febbre Q e virus West Nile.
Nel 2012 per la prima volta in cinque anni i casi umani di campilobatteriosi sono leggermente diminuiti anche se questa rimane la malattia zoonotica più frequentemente segnalata con 214.000 casi. E', quindi, prematuro affermare che si tratti dell'inizio di una tendenza di decremento. Campylobacter è stato più frequentemente isolato nella carne di pollame. 
I casi di salmonellosi hanno continuato a diminuire (91.034 casi) confermando per il settimo anno consecutivo un andamento decrescente. Questo risultato positivo è da attribuire principalmente al successo dei programmi di controllo di Salmonella nel pollame, messi in atto dai Paesi UE e dalla Commisione Europea.
Negli ultimi cinque anni le segnalazioni di listeriosi sono in crescita con 1.642 casi (10,5% in più rispetto al 2011). L'incidenza è più alta negli anziani oltre i 74 anni. Listeria monocytogenes è stata riscontrata più frequentemente nei prodotti a base di carne e di pesce, come pesce affumicato e salumi affettati.

18 febbraio 2014

World Health Day 2014 - Le malattie da vettore

La giornata mondiale della salute, celebrata il 7 aprile in occasione dell'anniversario della fondazione dell'Oms che risale al 1948, viene dedicata ogni anno ad un diverso tema di interesse prioritario per la sanità pubblica.
Quest'anno il tema selezionato sono le malattie da vettore: l'attenzione sarà focalizzata sui vettori più noti, come zanzare, flebotomi, cimici e zecche, responsabili della trasmissione di un ampia gamma di parassiti e agenti patogeni in grado di infettare uomini e animali.

Fonte: http://www.who.int/campaigns/world-health day/2014/en/index.html

Rapporto epidemiologico ECDC 2013

L'ECDC ha pubblicato l'"Annual Epidemiological Report 2013" nell'ambito della sorveglianza delle malattie nei Paesi dell'Unione Europea Liechtenstein, Islanda e Norvegia. Il documento prende in esame  più di 50 malattie e agenti patogeni, fra cui le food borne disease, le malattie da vettore, fenomeni di antibioticoresistenza.
 
Fonte: ECDC

16 febbraio 2014

Report 2012 Enternet - Isolamento enteropatogeni nella Regione Marche

Il  Centro di Riferimento della Regione Marche per la sorveglianza delle infezioni da batteri enteropatogeni - Laboratorio di Macerataha pubblicato i dati relativi agli isolamenti di batteri enteropatogeni effettuati da casi clinici umani, da animali, da alimenti e da ambiente nell'anno 2012 nella Regione Marche. Tale report è consultabile nel sito della rivista on-line Sanità Pubblica e Veterinaria